Questa newsletter l’ho scritta in treno, andando verso Saronno per partecipare ad una serata di formazione per colleghi Farmacisti ed erboristi.

Mi piace molto viaggiare in treno, mi ricorda quando ero giovane ed andavo a Padova all’università.

In realtà penso di avere un ricordo nostalgico del viaggiare in treno, perché oggi mi sono ricordata di quella parte non piacevole dell’essere pendolari.

Il treno da Saronno a Milano era strapieno, eravamo veramente pressati come sardine, in ritardo ovviamente e per prendere la coincidenza per Venezia per poco mi viene un infarto, essendo io sicuramente poco abituata alla corsa veloce!

Ho passato mezz’ora a guardare i miei compagni di viaggio, è un treno per chi lavora e studia a Milano e abita fuori, c’erano turisti e mamme con i passeggini pressati dalle persone che non sapevano più come posizionarsi.

I pendolari erano tutti immersi nella lettura dei loro cellulari, alcuni non hanno mai alzato lo sguardo dagli schermi, quasi tutti con le cuffiette, qualcuno sonnecchiava, praticamente nessuna conversazione.

Io ricordo che in treno c’era sempre un gran brusio dato dalle conversazioni, andando a Padova eravamo studenti e ai pendolari assieme.

Ho fatto conoscenze interessanti in treno, discusso e riso molto con i miei compagni ma anche con i vicini di posto, ma adesso?

Ci saranno state persone che si “vedono” si incontrano, si siedono vicine, tutti i giorni, senza neanche mai salutarsi, senza rendere quel tempo un tempo utile a confronti a sfogo a divertimento, anche gli studenti erano ognuno nel loro mondo… che tristezza che mi hanno suscitato!

Adesso che sono sulla Freccia, tutto molto più comodo e arioso, ma qui invece che essere solo immersi nei loro telefoni, ci sono persone che parlano al telefono come se fossero nel loro ufficio, senza assolutamente preoccuparsi di dire cose personali, e anche professionali, in mezzo a persone che anche se non vorrebbero sono costrette ad ascoltare!

Mah, e non sono mica giovani! Sono professionisti, docenti universitari, avvocati… ma si sono persi completamente il significato di RISERVATEZZA?

Devo ammettere che a volte ho pensato che mi piacerebbe vivere in una grande città, ricca di stimoli, mostre, teatri… certo che, come dice il mio amor dipende sempre dove vivi e dove lavori! Ma forse anche no…

Torno volentieri nella nostra piccola Venezia, nella nostra periferia dove mi sembra che ancora ci possano essere spazi per l’interazione personale, per il sorriso ed il saluto semplicemente perché ci si incontra.

Tutte le mattine mi incrocio in macchina con un signore in bicicletta, tutte le mattine, non ci conosciamo, ma ci salutiamo con un sorriso e un gesto della mano.

E voi? Salutate il vostro vicino? Scambiate una parola di cortesia con la persona seduta sempre davanti a voi in bus?

Spero per tutti noi che la capacità di relazionarci con il prossimo non venga meno, che la sensibilità di scambiare anche solo un sorriso con una persona non sia una fatica.

Vi auguro quindi una settimana in cui vi invito ad alzare gli occhi, incontrare quelli di chi vi passa accanto e sfoderare un bel sorriso!

Con Affetto, Franca.

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