La vita con una mano ti da e con l’altra ti toglie, ti prende in giro, è capricciosa!  

Queste sono le parole che oggi una mia carissima cliente mi ha detto e che mi hanno fatto riflettere. Lei ricordava chiaramente un momento della sua vita nel quale aveva pensato “finalmente mi sento bene e sono felice…” il giorno dopo un incidente le ha cambiato la vita.

Anche io, ed immagino anche voi, ricordo un momento nel quale ho pensato che finalmente tutto era andato come doveva e che mi sentivo felice… come ripeto spesso la felicità è un momento, momento da godere alla grande perché in genere poi passa, ma il ricordo di quella felicità, che ti riempie il cuore e la mente, resta.

Non avevo però mai pensato a questa alternanza come un capriccio della vita, quando mi ha detto quella frase mi ha fatto ricordare quando studiavo i Miti Greci; in quelle descrizioni gli DEI si prendevano gioco degli uomini, dei loro sentimenti e delle loro vite. In effetti spesso gli accadimenti della vita fanno pensare che ci sia un burattinaio che si prende gioco di noi, che si diverte a farci pensare di essere fuori da un tunnel, per precipitarci in uno ancora più buio, che si diverte a farci credere di aver raggiunto un equilibrio, solo per poi far cadere i birilli delle nostra esistenza con uno strike!

Non sono assolutamente pessimista, anzi cerco sempre di vedere e far vedere a chi mi chiede aiuto, una via di uscita, un’alternativa positiva, una soluzione magari semplice che in mezzo alla nebbia del malessere, non era visibile. 

Spesso vedere che le cose possono migliorare, che la vita può riservare ancora qualcosa di positivo è faticoso, difficile e spesso quasi impensabile, però come ha detto la cliente oggi, a volte la vita ti sorprende anche positivamente! Quindi pensiamo in questo senso, pensiamo sempre positivamente.

Venerdì è stato il centenario della morte di morte di Amedeo Modigliani, uno dei miei pittori preferiti insieme a Frida Kahlo; oltre alla loro arte quello che mi ha sempre attratto è la loro vita, la loro sofferenza e la diversa reazione alla malattia, anche se per alcuni versi entrambi hanno sprofondato il loro dolore fisico e psicologico nelle droghe e nell’alcool.

La loro vita mi ha conquistato, il loro dolore l’ho sentito e visto nelle loro opere, davanti ai loro quadri mi sono commossa, nella casa di Frida ho sentito il dolore, ho visto la commozione degli altri visitatori, li l’ho scoperta, prima non la conoscevo, da quel momento l’ho studiata leggendo tutte le biografie, mi ha conquistato!

Davanti alla tomba di Modigliani ho pensato che nel suo caso la vita era stata veramente ingrata quasi quanto la morte.

Nel cimitero di Père Lachaise, a Parigi, non riuscivamo a trovare la tomba di Modigliani, solo dopo giri tra file di lapidi, lasciate a se stesse, senza nessuna cura, abbiamo scorto la sua, sua e del suo grande amore che per lui ha posto fine alla sua vita e a quella della creatura che aveva nel grembo, Jeanne.

Che tristezza, eppure loro hanno deciso di vivere la loro storia d’amore fino alla fine, chi lo sa se pensavano che la vita avrebbe riservato loro tanto dolore e morte, cosa Jeanne sperava per lei e le sue creature; venerdì aspettavo di vedere un documentario che speravo fosse incentrato sulla vita del pittore, invece è stato per lo più incentrato sulla bufala delle teste false, che tristezza. 

Frida e Diego, altre due anime tormentate, amore dolore passione tutto all’estremo! Adesso Frida è addirittura più famosa di lui, nel modo i suoi quadri sono sicuramente più trasportabili, i murales di Rivera sono spettacolari, ma bisogna andare in Messico per vederli.

La loro vita è un turbinio delle passioni, si passa attraverso il dolore più profondo per la perdita di un figlio, per l’incidente, per i tradimenti; leggendo le loro biografie ci si immerge in anni di rivoluzioni culturali, di arte e politica; le opere di entrambi si comprendono veramente solo quando si studia la loro vita, quando ci si immerge in quell’atmosfera ricca di colori, odori e sentimenti.

Quindi che dire, che dovremo vivere ogni minuto con consapevolezza, almeno quando raggiungiamo l’età della ragione, ma anche allora, per dirla come Vasco, altro “poeta maledetto” del nostro tempo “ciao, sai cosa ti di dico ciao, io posso stare senza te, senza più tanti se, senza tanti ma perchè … e mai più tanti se e mai più nessun perchè, ci si illude ancora si!” …illudiamoci sempre che il fato ci porti qualcosa di migliore di quanto stiamo vivendo in questo momento!

E ricordatevi che se avete bisogno di me io ci sono.

Con Affetto, Franca.

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