L’infezione da HPV (Papilloma Virus Umano) è un’infezione virale molto diffusa e colpisce più dell’80% della popolazione, sia uomini che donne, nel corso della vita.
I virus del papilloma sono una famiglia di più di 100 genotipi, dei quali una quarantina colpiscono le aree anogenitali, inducendo prevalentemente lesioni benigne, quali i condilomi. I genotipi si suddividono ulteriormente in base alla probabilità che siano associati a delle lesioni tumorali e si definiscono per questo a basso, medio ed alto rischio oncogeno.
Questa infezione si trasmette prevalentemente per via sessuale, ed il suo picco di incidenza è attorno ai 25 anni di età.
Nella maggioranza dei casi, questa infezione che colpisce la mucosa cervicale, viene spontaneamente e naturalmente eliminata dal nostro sistema immunitario, senza sviluppare sintomi o problematiche; questo processo può richiedere anche uno o due anni.
In alcuni casi però il virus riesce a generare delle alterazioni nelle cellule superficiali della mucosa cervicale, che vengono definite lesioni pre-cancerose e sono delle alterazioni benigne, che non significano una possibile progressione dell’infezione.
Infatti, nella quasi totalità dei casi, queste lesioni regrediscono spontaneamente senza portare a conseguenze per il paziente.
Solo in una piccolissima percentuale le lesioni possono invadere i tessuti ed evolvere sviluppando un cancro della cervice.
La caratteristica principale di questo processo di evoluzione dell’infezione è quello di essere molto lento, per arrivare allo stadio tumorale l’infezione deve persistere per moltissimi anni, anche più di 15-20.
Questo ci dà un grandissimo vantaggio in termini di prevenzione, che oggi viene attuata mediante i programmi di screening. Attraverso una serie di test semplici e non invasivi, si può capire se la donna presenta questa infezione e a quale stadio essa sia.
I test per la ricerca dell’HPV consistono nel prelevare un po’ di cellule della cervice uterina, mediante l’utilizzo di un apposito brush (spazzolino), cellule che poi verranno analizzate. È una procedura non invasiva, che non provoca alcun danno, anche se in alcune donne potrebbe dare origine ad un po’ di fastidio o ad un leggero sanguinamento. Dopo il prelievo non viene richiesto di stare a riposo e si può continuare con le proprie attività abituali.
Il programma di screening si diversifica a seconda dell’età della donna: fino a 30 anni circa si fa il Pap-Test, un test citologico che valuta se esistono delle alterazioni delle cellule della mucosa. Come abbiamo precedentemente detto, l’incidenza maggiore di questa infezione è attorno ai 25 anni, quindi avremo un’elevata probabilità di trovare l’infezione nelle giovani donne. Ma l’infezione in sé non è indice di malattia, quello che è necessario monitorare è se il virus sta generando delle lesioni e a che stadio sono.
Nelle donne sopra i 30 anni il test di elezione è il DNA-test, un test molecolare che individua la presenza di DNA virale e quindi la presenza dell’infezione stessa. Qualora il test risultasse positivo, sullo stesso campione si esegue il Pap-test al fine di individuare la presenza o meno di lesioni cervicali.
SE RISULTO POSITIVA AL DNA TEST COSA DEVO FARE?
Il test deve essere ripetuto dopo 12 mesi. Infatti molto frequentemente il nostro organismo è in grado di liberarsi dal virus in questo arco di tempo. Anche se le linee guida non lo indicano, si possono assumere per via vaginale dei trattamenti che stimolano il sistema immunitario locale o migliorano il microbiota vaginale.
SE HO UN PAP-TEST POSITIVO COSA DEVO FARE?
È fondamentale fare una visita dal colposcopista, un ginecologo specializzato nel trattamento delle problematiche del basso tratto genitale. Il colposcopista verificherà se l’esito citologico è corretto, andando a verificare la presenza delle lesioni cervicali, e ad individuarne la posizione e l’estensione. Se la lesione è di basso grado, le linee guida non consigliano trattamenti specifici, in quanto anche in questo caso l’organismo è in grado di eliminare la lesione in 12-24 mesi. Ma se si desidera, oltre alla stimolazione del sistema immunitario locale, si possono associare dei trattamenti che riparano la mucosa cervicale. Infatti si è visto che una mucosa integra ha delle armi in più per bloccare un’eventuale progressione del virus.
In generale, per proteggere l’ambiente vaginale dalla progressione dell’infezione è importante lavorare su due fronti, che hanno dimostrato la loro efficacia nel ridurre il tempo d’infezione. Se l’infezione virale dura per troppo tempo significa che il sistema immunitario potrebbe avere dei deficit, quindi è importante stimolare le proprie difese, sia con prodotti specifici che con una corretta alimentazione e stile di vita. Inoltre è dimostrato che una mucosa integra e non infiammata risulta essere una barriera perfetta per bloccare la progressione dell’infezione, ed anche in questo caso esistono prodotti a base di polycarbophil e carbossimetilcellulosa che svolgono un’azione riparatrice della mucosa.
Spesso ci si domanda dove e come si può contrarre questa infezione. Il Papilloma Virus si trasmette da una persona infetta ad una non infetta attraverso un rapporto sessuale non protetto. Quindi per prevenirla è importante utilizzare il preservativo durante il rapporto. Rimane comunque molto difficile capire il momento della trasmissione, infatti può accadere che passino degli anni dal momento dell’infezione al momento in cui questa viene riscontrata.
L’infezione da HPV colpisce anche l’uomo, anche se in modo asintomatico senza lesioni evidenti. E’ opportuno perciò che anche il partner venga sopposto ad un esame di controllo, al fine di rilevare delle lesioni subcliniche (non rilevabili ad occhio nudo). Lo specialista di riferimento può essere il colposcopista o l’andrologo, che mediante l’utilizzo dell’acido acetico riescono ad evidenziare la presenza dell’infezione. Studi recenti mettono in relazione l’infezione da HPV con alcuni tumori dell’uomo: carcinoma penieno, tumore dei testicoli e carcinomi uroteliali. Molti studi, inoltre, hanno individuato particelle di virus nel liquido seminale, infatti pare che questa infezione sia una delle cause legate all’infertilità maschile, con un impatto negativo sia nella fecondazione naturale che assistita.
E i rapporti orali? Anche in questo caso è importante che siano protetti. Anche se molto raramente, il virus del papilloma può generare delle lesioni tonsillari.
Per quanto riguarda le norme igieniche, qualora si vivesse in famiglia, si possono utilizzare tranquillamente gli stessi sanitari, importante però non condividere i teli del bidet.
L’infezione da HPV è un’infezione altamente presente in quasi tutta la popolazione sessualmente attiva, ed ha la caratteristica di essere prontamente eliminata dal nostro organismo grazie all’azione del sistema immunitario. Grazie ai programmi di screening può essere facilmente rilevata e seguita costantemente nel tempo.
● Articolo scritto dalla Dott.ssa Paolo dalla Zorza – Chimico Farmaceutico e Direttore Scientifico di
Depofarma.