Provare la sensazione di ansia o paura almeno una volta durante la settimana è una situazione comune a molte persone, soprattutto quando sono chiamate a prendere delle decisioni, a confrontarsi con qualcuno o ad affrontare dei momenti particolari della vita.

Altre volte, tali sensazioni possono essere provate dall’individuo senza saperne il motivo, quasi per caso, lasciando un senso di apprensione ancora più profondo dovuto all’incapacità di coglierne il significato.

Ma provare ansia o paura è sempre negativo? E se non lo fosse, a cosa servono nello specifico?

Verso una definizione…

Innanzitutto, l’ansia e la paura sono sensazioni simili ma molto diverse tra loro e, pertanto, risulta importante coglierne le differenze.

L’ansia viene definita come la sensazione di preoccupazione che la persona prova nel prevedere una determinata situazione o problema. Al contrario, la paura è una reazione a volte molto intensa nei confronti di un pericolo immediato.

Da ciò, ne deriva una differenza importante che riguarda l’aspetto della previsione dell’ansia e l’immediatezza propria della paura.

In altri termini, l’ansia si riferisce ad una ipotetica minaccia futura mentre la paura ad una minaccia nel presente.

Per fare un esempio, se uno studente universitario si preoccupa per le difficoltà di trovare lavoro dopo la laurea prova ansia, se invece lo stesso studente fa un giro in montagna e si trova di fronte un orso prova la sensazione di paura.

Quale funzione?

L’ansia e la paura solitamente vengono viste dalle persone come sensazioni negative e da eliminare nel più breve tempo possibile. Ma quale significato hanno per il nostro corpo?

La paura è essenziale per il nostro sistema di sopravvivenza. Essa, infatti, prepara il nostro corpo alla lotta o alla fuga attraverso un insieme di reazioni a livello fisiologico. La sua funzione, molte volte, è proprio quella di salvarci la vita!

L’ansia, invece, ha la funzione positiva di segnalare alla persona eventuali minacce future e di attivare le risorse per renderla maggiormente pronta ad affrontare le situazioni potenzialmente pericolose e che possono mettere a dura prova il suo benessere.

Rispetto a quest’ultima, gli studiosi affermano che un leggero livello d’ansia migliora infatti le prestazioni ma che un livello più alto può invalidarle e quindi deve essere considerato dannoso.
Generalizzandolo nella vita di tutti i giorni, provare intensi livelli d’ansia può comportare un forte disagio e invalidare le normali attività quotidiane.

Gli elementi più comuni che aiutano a capire quando l’ansia raggiunge livelli elevati sono:

– Preoccupazioni intense ed incontrollabili;
– Confusione mentale;
– Irrequietezza;
– Tensione;
– Evitamento;
– Palpitazioni e sensazione di mancanza di respiro;
– Nausea e vertigini;
– Formicolii alle estremità del corpo

Possibili rimedi integrati

Negli anni, i numerosi studi hanno dato vita ad importanti contributi utili per il trattamento degli stati d’ansia più o meno intensi.

Una possibile integrazione per affrontare al meglio tale esperienza può derivare dalle competenze che si possono integrare tra la figura dello psicologo e dell’erborista.

Dal punto di vista psicologico risulta efficace intervenire attraverso una serie di incontri che hanno lo scopo di affrontare i sintomi che si presentano e far riappropriare la persona del proprio benessere psico-fisico per vivere nuovamente e con serenità.

A tal proposito, sarà importante individuare tramite un’attenta fase diagnostica ciò che la persona prova e cogliere le cause e i significati che sostengono l’ansia, individuando poi le strategie più idonee ed in grado di comportare beneficio a breve e lungo termine.

Oltre a ciò, sarà importante insegnare durante il percorso alcune tecniche di gestione dell’ansia in modo tale che la persona possa diventare autonoma nel riconoscere le sensazioni spiacevoli che prova e riappropriarsi così del controllo del proprio respiro e della propria vita.

Alla base di ogni tecnica di rilassamento e gestione dell’ansia c’è la respirazione diaframmatica, che ogni persona può provare autonomamente. Ecco qualche semplice indicazione:

• Distenditi su una superficie comoda in posizione supina senza accavallare le gambe;
• Rilassati e concentra la tua attenzione sulla pancia;
• Metti una mano sulla pancia e una sul petto;
• Immagina che la tua pancia sia un palloncino e di gonfiarlo. Inspira dal naso per 7-8 secondi e espira l’aria della bocca per 7 secondi in modo passivo rilassando completamente tutti i muscoli;
• Ascolta la sensazione della tua mano poggiata sulla pancia che si alza quando inspiri mentre quella sul petto rimane ferma. Quando espiri sentirai invece la tua mano abbassarsi e i tuoi muscoli rilassarsi.

Ripeti i passi soprariportati per almeno 5 minuti ed esercitati ogni giorno. Per rilassarti potrebbe esserti d’aiuto immaginarti in un luogo che ti piace, come il mare al tramonto o la montagna durante l’alba.

L’esercizio giornaliero anche solo per pochi minuti ti porterà ad apprendere la tecnica e percepire i primi risultati di rilassamento a livello muscolare. Ricordati anche di non mollare subito poiché, come qualsiasi tecnica, per essere appresa correttamente necessita del giusto tempo.

Articolo scritto da:

Dott. Alberto Trefusio
Dott.ssa Stefania Manfrè

Chi sono il Dott. Alberto Trefusio e la Dott.ssa Stefania Manfrè?

Sono due Psicologi che desiderano offrire alle persone l’opportunità di stare bene. Credono molto nel riconoscere l’unicità e il valore di ogni essere umano. Il loro lavoro viene svolto con la persona e non sulla persona, la quale diviene consapevole delle possibilità che ha a disposizione e ne costruirà delle nuove.

Per maggiori informazioni visita il sito: www.terapiaintegrata.com

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