L’importanza di essere adeguatamente informati

Innanzitutto, è fondamentale ricordare che allattare al seno è una scelta consigliata, non obbligatoria, così come la decisione sul ‘quanto’ farlo.

Le donne sono e devono essere libere di decidere se dare o non dare il seno, ma è importante che possano prendere questa decisione consapevolmente.

In assenza di informazioni accessibili, affidabili, complete e adeguatamente comunicate non è possibile, per i genitori, decidere cosa sia meglio per sé e per i propri bambini.

Una donna messa in grado di fare una scelta veramente informata, non avrà, giustamente, rimpianti. E allo stesso modo, se sceglierà l’allattamento materno, saprà anche come funziona, cosa fare nelle varie situazioni, come superare le eventuali difficoltà, e a chi chiedere un aiuto competente; Questa donna, in ogni momento, saprà quello che sta facendo; nel suo percorso di madre potrà, di fronte a difficoltà od ostacoli, soppesare sempre correttamente la situazione, trovare soluzioni e prendere decisioni appropriate, sia che continui ad allattare, sia che interrompa l’allattamento a un certo punto di questo percorso.

Le raccomandazioni OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e UNICEF

La Strategia globale per l’alimentazione dei neonati e dei bambini Oms-Unicef riporta: «la mancanza dell’allattamento al seno, e in particolare di quello esclusivo, nei primi sei mesi di vita, comporta seri fattori di rischio in termini di salute se si introduce un’alimentazione complementare inappropriata, i rischi di morbilità e di mortalità diventano più gravi ancora. Le conseguenze tra cui basso rendimento scolastico, scarsa produttività, carenze nello sviluppo intellettuale e sociale, durano per tutta la vita».

L’OMS e l’UNICEF raccomandano di allattare, quando possibile, in modo esclusivo fino ai 6 mesi di età e di prolungare l’allattamento fino ai 2 anni, se desiderato da mamma e bambino.

La situazione in Italia

Non esiste in Italia un monitoraggio permanente dell’allattamento, ma da una survey del 2022 dell’Iss emerge che in media il 46% dei neonati a 2-3 mesi di vita è allattato in modo esclusivo al seno, percentuale che scende al 30% a 4-5 mesi.

Le caratteristiche uniche del latte materno

Il latte materno rappresenta il miglior alimento per i neonati, perché fornisce tutti i nutrienti di cui hanno bisogno nella prima fase della loro vita, come per esempio certi acidi grassi polinsaturi, proteine, ferro assimilabile. Non è un semplice nutrimento, ma un tessuto vivo, con diverse centinaia di componenti noti, tra cui cellule staminali, e molti altri non noti. Contiene poi sostanze bioattive e immunologiche che non si trovano nei sostituti artificiali e che invece sono fondamentali sia per proteggere il bambino da eventuali infezioni batteriche e virali, sia per favorire lo sviluppo intestinale.

Per queste sue caratteristiche il latte materno, oltre a essere specie-specifico, è anche individuo-specifico: questo significa che ogni madre produce un latte adatto alle esigenze del proprio bambino. Il colostro, il latte materno di transizione e il latte materno maturo sono infatti prodotti in funzione all’età gestazionale e ai bisogni nutrizionali contingenti. La composizione del latte varia durante la poppata, da poppata a poppata, di giorno in giorno e di mese in mese per rispondere ai bisogni del bambino.

Recentemente, molti studi hanno riconosciuto la funzione del colostro e del latte materno come continue fonti di batteri commensali, mutualistici e potenzialmente probiotici per il bambino. Il latte materno, in passato considerato sterile, costituisce di fatto la fonte principale di batteri per l’intestino del bambino e questo spiega perché la composizione batterica del microbioma intestinale del lattante sia strettamente collegata a quella della madre. Ormai la ricerca scientifica ha definitivamente confermato che la costituzione del microbioma nelle prime fasi della vita è  fondamentale per la salute futura del bambino.

L’importanza dell’allattamento al seno per la coppia mamma-bambino

I benefici dell’allattamento, sia per la mamma che per il bambino, sono ampiamente documentati

I benefici per il neonato

I bambini allattati al seno…

  • si ammalano meno: il latte materno è ricco di anticorpi e anti-infettivi che danno al bambino difese immunitarie di cui alla nascita è sprovvisto. In particolare riduce il rischio di contrarre soprattutto infezioni dell’apparato gastrointestinale e respiratorio, come pure per otite e infezioni urinarie ed altre infezioni in generale;
  • crescono più lentamente: il latte materno contiene circa 10 g di proteine ogni litro: i latti in polvere ne contengono almeno 12-15 g (il latte vaccino ben 34 g!). La quantità può sembrare esigua, ma immaginate la differenza che può fare il minimo eccesso proteico su un esserino tanto minuto! Da questo deriva anche che :
  • hanno meno rischi di sviluppare sovrappeso o obesità: nel primo periodo di vita un’alimentazione iperproteica agevola la formazione di grasso;
  • hanno un minore rischio di ospedalizzazione
  • se prematuri hanno maggiori probabilità di sopravvivenza
  • hanno un ridotto rischio malocclusione dentale.

Nel lungo termine:

  • hanno un QI (quoziente intellettivo) più elevato e migliori performance in test per lo sviluppo cognitivo;
  • da adulti avranno un rischio ridotto  per numerose malattie non infettive e croniche, soprattutto legate a disordini metabolici e immunitari (per esempio, diabete mellito di tipo I e II, allergie), ma anche per ipertensione, sindrome metabolica e alcune forme di cancro (linfoma, leucemia, malattia di Hodgkin). 6

I vantaggi per il bambino sono dunque innumerevoli, ma ce ne sono anche per le mamme!

I vantaggi per la mamma

  • consente un più rapido recupero delle condizioni fisiologiche uterine pre-gravidanza, grazie alla suzione: più il bambino succhia più aumentano i livelli di ossitocina, l’ormone che fa ‘contrarre’ l’utero; questo comporta anche minore rischio di emorragia post-partum;
  • permette alla mamma di tornare più velocemente al suo peso forma: la produzione di latte rappresenta un dispendio energetico notevole, per cui i chili presi in gravidanza vengono persi più facilmente. I grassi accumulati durante i 9 mesi di gestazione vengono infatti utilizzati per la produzione del latte;
  • protegge dall’osteoporosi e di frattura dell’anca dopo la menopausa;
  • offre alla mamma minor rischio di sviluppare tumore al seno e alle ovaie;
  • contribuisce al benessere psicologico e fisico della mamma e del neonato in quanto migliora il rapporto madre-bambino in un momento molto delicato, il post-parto.

Anche l’ambiente e la società ringraziano: meno rifiuti e maggiore sostenibilità

Per quanto tempo è bene allattare

Per raggiungere accrescimento, sviluppo e salute ottimali, come già anticipato, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Unicef e le principali società scientifiche raccomandano l’allattamento esclusivo al seno fino al 6° mese di vita (6 mesi compiuti, pari a 26 settimane ovvero 180 giorni di vita dalla nascita). Allattamento al seno esclusivo significa quindi che il bambino non riceve altre bevande o alimenti al di fuori del latte materno, fatta eccezione, quando necessario, di vitamine e sali minerali (eventuale soluzione orale reidratante) e farmaci.

Successivamente, per rispondere al cambiamento delle esigenze nutrizionali, in particolare il ridotto apporto di ferro e alcuni micronutrienti, i bambini devono ricevere un’alimentazione complementare adeguata e sicura.

Lo svezzamento, secondo le più recenti direttive, può avvenire tra il 5° e il 6° mese: non prima, perché l’intestino non è ancora perfettamente funzionante, e non dopo, per ridurre il rischio di allergie. Le prime pappe del bambino dovrebbero essere integrate all’allattamento materno, senza che esso venga di colpo sospeso: questo agevola l’accettazione da parte del bimbo dei nuovi alimenti che gli vengono proposti, e rende meno traumatica la rottura di un legame tanto simbiontico con la madre come solo l’allattamento può essere.

La prosecuzione dell’allattamento al seno mantiene la sua importanza anche dopo i 6 mesi (il latte materno può fornire da un terzo a metà delle calorie necessarie per un bambino di 12 mesi, inoltre consente di mantenere il suo ruolo protettivo nei confronti delle infezioni e allergie) e può continuare fino ai 2 anni di vita e oltre, se mamma e bambino lo desiderano.

Tra raccomandazioni e rispetto dei tempi dei bambini

E’ bene tenere conto però della grande variabilità individuale, per cui i 6 mesi rappresentano un riferimento temporale da adattare al singolo caso: se è vero che alcuni bambini possono aver bisogno di altri alimenti prima, è ancora più vero che altri (probabilmente la maggioranza) possono essere più che soddisfatti dal latte materno anche dopo i 6 mesi. Quindi la raccomandazione più realistica e coerente con i dati della letteratura e della pratica clinica è di affrontare caso per caso la scelta. Con questo approccio, diventa importante il ruolo dei genitori nel riconoscere i segnali che il loro bambino è pronto.

A queste esigenze nutrizionali, si associa la necessità di familiarizzare il bambino con nuovi cibi, di sapore e consistenze diversi, per l’iniziazione a corrette abitudini alimentari. Il bambino è in genere incuriosito da ciò che mangiano i genitori.

È dimostrato che i bambini che sono alimentati al seno e che successivamente seguono l’approccio dell’alimentazione complementare guidata dal bambino esprimono una maggiore capacità di andare verso i cibi salutari e una maggiore capacità di autoregolazione rispetto alla quantità di cibo

E in caso di difficoltà?

Abbiamo dunque capito che allattare al seno è una scelta che avrà effetti anche a lungo termine sulla salute del bambino e della sua mamma, ma è anche una scelta di grande impegno.

Nei primi mesi dopo il parto hanno avuto problemi di allattamento il 37% della italiane e il 27% delle straniere. Il 35% delle straniere e il 27% della italiane dice di non aver avuto alcun sostegno (Rapporti Istisan 12/39).

E’ fondamentale che le donne che desiderano allattare siano sostenute fin nei minimi dettagli, con estrema correttezza. Pertanto, è importante costruirsi una rete di sostegno ancor prima che il bimbo nasca.

L’importanza della rete di sostegno

A questo proposito, già nel 1994 The Lancet pubblicò un famoso editoriale dal titolo: “La catena calda per l’allattamento al seno”:

«Se si rendesse disponibile un nuovo vaccino che prevenisse un milione o più di morti infantili all’anno, e che fosse oltretutto poco costoso, sicuro, somministrabile per bocca, e non richiedesse catena del freddo, diventerebbe immediatamente un imperativo di salute pubblica. L’allattamento al seno può fare questo e altro, ma richiede una sua catena calda di sostegno e cioè assistenza competente alle madri perché possano avere fiducia in se stesse e per mostrare loro cosa fare, e protezione da pratiche dannose. Se questa catena calda si è persa nella nostra cultura, o ha dei difetti, è giunto il tempo di farla funzionare»

A chi rivolgersi

Le possibilità di ricevere un sostegno per mantenere l’allattamento sono diverse, anche a seconda del luogo dove si risiede. Ci si può rivolgere a:

  • Operatori sanitari specificamente formati (pediatri, ostetriche, infermiere)
  • Ambulatori per l’allattamento in consultorio o in ospedale, dove disponibili
  • Consultori familiari
  • Consulenti professionali in allattamento – International Board Certified Lactation Consultant (IBCLC)
  • Consulenti in allattamento della Lega per l’Allattamento Materno (La Leche League Italia)
  • Figure volontarie di sostegno fra donne (peer support)
  • Farmacie che hanno aderito al percorso di Certificazione per essere punto di sostegno, tutela e protezione dell’allattamento materno (coma la Parafamacia Gli Speziali di Marcon -VE)

Dott.ssa Marta Romanelli


Chi è la Dott.ssa Marta Romanelli?

Laureata in Scienze Biologiche nel 1991 presso l’Università degli Studi di Padova (110/110) e dal 1992 iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi ha lavorato per molti anni presso laboratori di ricerca sui marcatori tumorali e in laboratori di analisi chimiche. Nel 2001 ha conseguito la specializzazione in Scienza dell’Alimentazione (70/70) e da allora esercita l’attività di nutrizionista come libera professionista a Mestre, Quarto d’Altino e Jesolo, presso centri privati.

È inoltre membro della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU).

Come biologa nutrizionista, si occupa dell’educazione alimentare di soggetti di ogni fascia d’età e per migliorare le condizioni di salute di chi è ammalato, in sovrappeso, degli sportivi e delle donne in gravidanza.

Per maggiori informazioni TEL. 3401144212 – info@romanellinutrizionista.it


Per saperne di più
Sul Sito del Ministero della Salute puoi scaricare una guida completa  “Allattare al Seno: un investimento per la vita”:  https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_303_allegato.pdf
Bibliografia
Guadagnare Salute – Rendere facili le scelte salutari
https://www.epicentro.iss.it/allattamento/epidemiologia-italia
A warm chain for breastfeeding. The Lancet 1994;344:1239-41.
Giusti A. La comunicazione sull’alimentazione dei lattanti dal punto di vista della ricerca scientifica. Settimana Mondiale dell’Allattamento, 2011.
http://www.epicentro.iss.it/argomenti/allattamento/pdf/GiustiSam2011.pdf
McNiel ME, Labbok MH, Abrahams SW. What are the risks associated with formula feeding? A reanalysis and review. Birth 2010 Mar;37:50-8.
Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni: raccomandazioni standard per l’Unione Europea – European Commission, Directorate Public Health and Risk, 2006.
http://www.unicef.it/Allegati/Raccomandazioni_UE_alimentazione_lattanti.pdf
World Health Organization. Global strategy for infant and young child feeding. Geneva, 2003.
http://whqlibdoc.who.int/publications/2003/9241562218.pdf
Versione italiana: http://www.unicef.it/Allegati/Strategia_globale_alimentazione_neonati_bambini.pdf

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