Una delle riflessioni che ho sentito più mie è che spesso è più semplice pensare che i “problemi” dei nostri figli abbiano cause SEMPRE da cercare al di fuori della famiglia.
La verità invece è che frequentemente i comportamenti dei nostri figli sono una diretta conseguenza di quelli di noi genitori; una realtà questa, che molti di noi spesso non vogliono neanche prendere in considerazione.

I dati forniti sui bambini e ragazzi che in questi due anni hanno avuto sintomi da ansia, attacchi di panico, depressione, insonnia, alterazione del ritmo sonno veglia con difficoltà a ritrovare una gestione giornaliera della vita, problematiche comportamentali etc, sono assolutamente preoccupanti e non mi sembra che il problema venga affrontato dalle stesse istituzioni deputate a farlo!

Ma se lo studio prendeva in esame queste evidenze nei bambini e ragazzi, quanti di questi problemi ho rivisto in questi mesi, anni, anche negli adulti?

Molti di voi per riuscire a seguire i figli nella Dad, o semplicemente per seguirli perché piccoli, in infinite quarantene spesso consecutive, si ritrovano a lavorare di notte, con un accumulo di stanchezza, frustrazione e stress che poi per forza si riversa su gli altri elementi del nucleo famigliare.

Ma può essere veramente questo il nostro modo di vivere? Io mi dico sempre che meno male che ho i ragazzi grandi, ma quanto di quello che stiamo vivendo comprometterà la loro salute psicofisica?

Tutti sono stati male in questa pandemia?
Quanti infatti mi hanno detto che durante le chiusure sono stati bene, anzi benissimo? Parecchi veramente!
Per alcuni bambini, ragazzi ed adulti infatti, le quarantene e i lock down hanno rappresentato una pausa positiva, hanno smesso di correre da un posto all’altro, tra pallavolo e catechismo, tra il nuoto e l’inglese, tra i nonni e le lezioni di musica, perchè prima dell’era covid, il maggior stress dei genitori e dei figli era l’eccesso dello stare fuori di casa, ovvero l’esatto contrario di quello che sta avvenendo adesso.

Quindi mi chiedo, ma è possibile non poter trovare un modo di vivere che sia maggiormente “vivibile”?
Forse è questo uno degli insegnamenti che dovremo tutti aver appreso da questa epidemia, a fare meno ma con maggior consapevolezza?
Ovvero assaporare il gusto della vita, come si diceva una volta!

Ovviamente parlo degli adulti, perchè invece le conseguenze psicoemotive nelle creature più giovani saranno lunghe da gestire e proprio per questo è importante considerarle da subito e chiedere aiuto!

Non dovete accantonare i malesseri espressi dai vostri figli come capricci, un comportamento anomalo, reazioni che non avevate mai notato nelle vostre creature, tic e pianti inconsolabili, mal di pancia e difficoltà a dormire o stare soli in una stanza, devono farvi riflettere.

Quello che mi ha maggiormente colpito è stato lo studio sulla difficoltà di crearsi una vera identità, soprattutto negli adolescenti, dove la personalità messa in mostra sui social li assorbe talmente tanto da non riuscire più a capire chi siano; ma anche questo è molto presente negli adulti!

Quanti di voi mettono in “onda” un loro alter ego migliore sui social? E quanto questo crea un distacco dalla realtà?

Molti pensano che i figli non vedano i genitori anche attraverso i social… siate aderenti a voi stessi altrimenti seminerete un’idea tra le più scorrette nelle vostre creature, quella che una volta veniva definita “apparenza”, aiutateli ad essere se stessi e non ad apparire “altro”.

Gli affetti e i valori che noi genitori riusciamo a passare ai nostri figli sono quelli che permettono loro di costruire una personalità che dovrebbe essere aderente alla loro identità. Siete d’accordo?

Certamente saranno poi i vissuti della vita a modulare i nostri ed i loro temperamenti, il nostro modo di affrontare gli avvenimenti anche attraverso momenti di vera e propria frustrazione.

Quindi permettiamo ai nostri figli di esprimere le loro frustrazioni, aiutiamoli a non rinnegare il loro sentire ma ad imparare a vivere ogni momento, anche quelli peggiori.

Aiutiamoli a dare un nome alla loro reazione, sia questo rabbia, ansia, paura, dolore… aiutiamoli a capire come vivere questi momenti per riuscire a superarli. E quando non ci si senta pronti ad affrontare queste nuove sfide, chiedete aiuto, sicuramente il vostro medico o il pediatra sapranno fornirvi un sostegno o indirizzarvi in modo corretto.

Una mamma mi raccontava il suo stupore ad una reazione aggressiva del figlio adolescente nella gestione dell’uso del cellulare, sono situazioni sempre più presenti e lo saranno sempre di più se si continuerà con questo distacco e distanza sociale nei ragazzi.

Ma quanti di voi, di noi, vive con il cellulare sempre in mano? In mano andando in bagno, camminando, in mano mentre si cucina, si porta a spasso il cane o la creatura in passeggino?

Facciamoci sempre due domande quando i nostri figli manifestano un disagio, i primi responsabili siamo spesso noi stessi.

Diciamo spesso che i ragazzi hanno un prolungamento della mano e della personalità nel cellulare, ma quanti di noi hanno lo stesso “problema”?
Ovviamente non ci sono ricette pronte per una soluzione semplice per tutti, ognuno di noi deve trovare la sua strada e certamente due fioretti, la piantina giusta, il fungo medicinale corretto, tanta pazienza e tanto amore, ci aiuteranno a percorrere questo 2022 con un passo un po’ più leggero!

Nell’augurarvi quindi sempre tanta salute, vi aspetto per un sorriso anche se nascosto e uno sguardo sempre visibile!

Con  affetto
Franca

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